A Londra con due gemelle e un passeggino doppio – Parte 1
Domenica 5 agosto 2018
Questo post non c'entra proprio nulla con gli articoli che scrivo di solito. Parlo sempre di matrimoni, naturalmente, ma oggi voglio raccontare di un viaggio che ho fatto e la ragione è una sola: fornire un servizio pubblico. Quando, lo scorso anno, ho iniziato ad organizzare il mio primo viaggio in aereo con le mie bambine, non ho trovato nulla di soddisfacente in rete. Nulla che mi aiutasse a superare i timori di viaggiare con due bimbe piccole e portarle per la prima volta in una città straniera.
Mi sono dovuta documentare da sola e per certe cose mi sono affidata alla dea bendata, quindi la mia intenzione è di raccontare la mia esperienza e lasciarla agli algoritmi di indicizzazione di Google, chissà che un giorno un genitore gemellare in cerca di informazioni non si imbatta in queste righe e le trovi, se non di aiuto, almeno di conforto (sì, è un post rivolto in modo particolare ai genitori di gemelli perché...noi genitori di gemelli sappiamo perché!).
Veniamo a noi. Dopo sei mesi di genitorialità doppia e tanti momenti difficili più o meno superati (vedi questo post per capire cosa intendo), io e santo marito decidiamo di portare le gemelle al mare. Torniamo a casa più stanchi di prima e consapevoli che no, il relax per due gemellitori non è contemplato nemmeno in vacanza. Desiderosi e bisognosi di staccare la spina o, quantomeno, routine, decidiamo di organizzare un viaggetto. Se proprio non potevamo rilassarci, tanto valeva vistare una città e camminare da mattina a sera con le nostre pupattole al seguito. La scelta è velocemente caduta su Londra, città che conosciamo bene e che non richiede una lunghissima permanenza in aereo. Ecco, l'aereo. Da dove partiamo? Con quale compagnia? Quanti bagagli? E il latte? E, soprattutto, il passeggino? Quasi fino all'ultimo non sapevamo se partire con il nostro amato Baby Jogger oppure munirci di due super leggeri. Il timore era vedere l'amato e costoso Baby Jogger maltrattato e lanciato sul rullo trasportatore, magari ammaccato o con qualcosa di rotto.
Cibo
Per prima cosa ho cercato di capire come funzionava il rapporto tra i pasti per i bambini così piccoli e i controlli all'imbarco. Pare sia consentito portare a bordo tutto quello che serve al bambino durante il volo, ma io volevo portare con me tutto quello che serviva anche per eventuali attacchi di fame prima e dopo. E i ritardi? E il viaggio verso l'appartamento? Giuro che mi sono messa a scrivere su un foglio una timeline, come quella che scrivo per i matrimoni, in cui passavo in rassegna ogni possibile evenienza in cui si rendesse necessario del cibo per le bambine. Ho calcolato tutto un po' per eccesso e ho fatto bene, l'aereo è partito in ritardo e ho avuto bisogno di far cenare le bambine in aeroporto a Londra. Ho messo tutto in un sacchettone trasparente e l'ho messo nello zaino che avrei portato con me in volo, come bagaglio a mano. Ai controlli a Milano mi hanno fatto estrarre il sacchettone del cibo dallo zaino ma nessuno ha aperto niente, né il latte in polvere né la frutta. Stessa cosa al ritorno, hanno voluto vedere il sacchetto e l'hanno anche messo in quella macchina per i controlli, ma nessuno ha aperto niente. La quantità di sacchetti e vasetti in mio possesso era veramente notevole, non so siano così permissivi con tutti, però a volte avere dei gemelli aiuta! Una volta a Londra, ho scoperto che anche là i bambini piccoli mangiano. Quindi nei supermercati e in farmacia ho potuto trovare omogenizzati, latte. pappine, pappette, pastine, yogurt, frutta, biscotti (soprattutto marca Hipp). Non c'era la varietà che siamo abituati a vedere qui ma avrei potuto davvero portarmi da casa la metà delle cose. Appunto mentale preso per la prossima volta.
Bagagli
Essendo il nostro primo volo in aereo con le gemelle ed essendo in piena fase svezzamento, il fattore pappe è stato quello che ci (mi) ha preoccupato maggiormente. Per ogni evenienza, siamo partiti con due bagagli a mano e uno imbarcato in stiva. Il mio bagaglio era uno zaino in cui avevo cibo e tutto il necessario per cambiare le bimbe. Marco invece è stato il portatore del Cabin Max, che è servito per trasportare tutti i vestiti e le altre cose per le bambine. Insomma, tutto quello che sarebbe servito alle bambine era con noi, tranne la palla magica (quella necessaria per farle addormentare, che si è dovuta imbarcare in stiva). Il Cabin Max si è rivelato la cosa migliore che potessimo portare con noi. Capiente come e più di un trolley, comodo come uno zaino e perfino più leggero. Consigliatissimo!
Compagnia aerea
Essendo stati viaggiatori piuttosto spavaldi prima della nascita delle gemelle, sono rimasta abbastanza sorpresa nello scoprire cosa significhi organizzare un viaggio con un bambino. Anzi, con due. Per dove viviamo, gli aeroporti più comodi sono quelli di Verona e Bergamo, quindi la prima compagnia aerea che ho valutato è stata Ryanair. Avevo già visto genitori con bimbi piccoli ovviamente, sapevo che si devono tenere in braccio e volevo solo scegliere i posti in modo da avere Marco vicino, per aiutarci con pappe e passaggi vari. Al momento della prenotazione ho scoperto che è possibile far sedere un solo neonato per ogni fila da tre e che Ryanair obbliga il genitore con bambino al seguito a sedersi nel posto più vicino al finestrino. Mi è sembrato un controsenso, nonché decisamente scomodo per me e Marco, che avremmo dovuto passarci giochi e pannolini da sopra la testa e avremmo dovuto far alzare le persone ogni volta che ci sarebbe stato un pannolino da cambiare o un pianto da calmare (prevedevo crisi di pianto ininterrotte e tutti i presenti in rivolta nei nostri confronti). Ho provato a cambiare compagnia aerea ma sia British che altre imponevano la stessa modalità. L'unica compagnia furba si è rivelata Easyjet che, pur imponendo un solo neonato per fila, lasciava libertà per la scelta del posto. In questo modo abbiamo potuto prenotare due posti vicini sul lato corridoio, in modo di essere liberi di comunicare e di muoverci con le bimbe. Ah, la ragione per cui si può avere un solo bambino piccolo per fila è il numero di maschere d'ossigeno. Sono solo quattro quindi non sarebbe sicuro avere lì un piccolino in più. Easyjet si è rivelata una buona compagnia anche per altri motivi. Per comunicare con il servizio clienti mi è bastato utilizzare la chat della loro pagina Facebook. Mi hanno sempre risposto velocemente e in modo preciso, anche a domande non vitali come “il diploma del primo volo” (che bisogna chiedere a bordo. In caso non fosse possibile averlo in volo, è sufficiente scrivere al servizio clienti al rientro del viaggio). Lo staff è stato iper disponibile con noi e le bambine, ci hanno fatto avere il diploma del primo volo firmato da tutto l'equipaggio, mi hanno aiutata con una delle bambine quando, in fase di atterraggio a Londra, ha iniziato ad avere male alle orecchie (santo cielo quanto piangeva!) e, soprattutto, si sono sempre premurati di farmi trovare il passeggino sotto alla scala, sia all'andata che al ritorno. Durante il viaggio di ritorno, visto che l'aereo era mezzo vuoto, ci hanno anche proposto di cambiare posto per stare tutti e quattro insieme. E' stato molto bello! Quindi Easyjet promossa e consigliata.
Aeroporti
Mi ritengo una mamma abbastanza rilassata, l'unica cosa che davvero desta in me preoccupazione è la questione pasti. Faccio di tutto affinché le bambine mangino sempre agli stessi orari, anche perché gli attacchi di fame in stereo diventano impossibili da gestire e, in merito al nostro viaggio, non volevo ritrovarmi in volo o in transfer con entrambe le bambine urlanti. Quindi abbiamo deciso di partire da Linate perché l'orario del volo sarebbe stato più in linea con gli orari delle bambine, ma la timeline è saltata a causa di un ritardo notevole, quindi saremmo potuti tranquillamente partire da Verona e risparmiarci il viaggio. Va bé, informazione salvata per la prossima volta! Non ero mai partita da Linate, però devo dire che è comodo. Abbiamo lasciato la macchina al parcheggio Easy (P5) distante due minuti a piedi dal terminal. Nessuna navetta, abbiamo pagato al rientro e, essendo clienti Easyjet, abbiamo avuto uno sconto sulla tariffa. L'area di imbarco di Linate non è molto attrezzata in quanto a bagni e fasciatoi, anzi. Però si può usufruire della Family Lane (seguite i cartelli con Geronimo Stilton!), una corsia dedicata alle famiglie nell'area di sicurezza. Le famiglie hanno bisogno di più tempo per la fase controlli. Io ho dovuto togliere lo zaino ed estrarre il sacchetto con il cibo, abbiamo dovuto togliere le bambine dal passeggino e metterle nei marsupi, posizionare il passeggino chiuso sul rullo. Una volta superati i controlli, si trova una zona in cui allattare e cambiare i pannolini in caso di bisogno. Bisogna cercare la “Sala Amica”. Per i bambini più grandi ci dovrebbero essere anche delle aree gioco ma io non ho avuto modo di vederle o provarle. All'aeroporto di Gatwick ho avuto bisogno di scaldare la cena per le bambine. Sul sito dell'aeroporto c'era scritto di rivolgersi a Pret a Manger per questa necessità ma di Pret a Manger non c'era traccia. Ho passato in rassegna tutti i bar e i ristoranti ma nessuno mi ha voluto scaldare le pappette. Mi sono rivolta al desk “Family help” che è lì per aiutare le famiglie con disabili in realtà, ma una signora è stata così gentile da scaldare le pappe a bagnomaria utilizzando il suo bollitore. Nei bagni sono disponibili dei fasciatoi con tanto di cintura di sicurezza, come ne avrei trovati molti così in giro per Londra. Al ritorno, ho visto anche una soft room carina in cui far giocare i bambini ma all'epoca le mie bimbe erano troppo piccole per approfittarne. Sia all'andata che al ritorno, abbiamo potuto avvicinarci all'aereo per primi, come gli altri genitori con passeggino. Peccato che al ritorno, l'ascensore arrivava fino ad un certo punto, da lì era necessario proseguire facendo le scale. E noi avevamo un passeggino gemellare con bambine dentro. Sono corsa sulla pista a chiedere aiuto al personale di servizio e ho trovato questo ragazzo che non faceva altro che dirmi che avremmo dovuto fare le scale. Continuavo a ripetergli che avevamo un passeggino doppio con le bambine dentro e che avevamo bisogno di aiuto e questo continuava a fare spallucce con un sorriso ebete. Per fortuna un signore forzuto vedendo Marco ind ifficoltà lo ha aiutato a scendere con il passeggino. Mi sono ritrovata sulla pista, sotto all'aereo, con tutto quel vento mosso dai motori, ha mettere le bambine nei marsupi e a tentare di chiudere il passeggino con una mano sola. Ricordo di essermi voltata verso quel ragazzo dal sorriso ebete e aver urlato “Can you help uuuus???”. Alla faccia della priorità, siamo saliti per ultimi sull'aereo. Poi il resto è andato tutto bene.
Come siamo arrivati in città? Dove abbiamo dormito? Cosa abbiamo fatto di bello con le nostre bimbe? Con che passeggino ci siamo mossi? Per tutte queste risposte appuntamento con la seconda parte di questo post!
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Sono Valeria Ferrari, wedding planner, e sono qui per organizzare il vostro grande giorno. Leggi di più...
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