New York è la mia città preferita. Punto.

 

L'ho scoperta, ormai cinque anni fa, quando mi sono fatta convincere da un paio di amiche ad unirmi a loro per un viaggio post-laurea. Dopo tanto scetticismo e un viaggio di dieci ore, finalmente, l'ho vista. E come per tutti i grandi amori è bastato uno sguardo.

 

Faceva freddo, gli alberi erano spogli, la gente avvolta nei cappotti correva velocemente da un angolo all'altro per rifugiarsi al caldo di un caffè o per raggiungere la metro più vicina. Piena di luci, di energia, di colori, anche in preda al gelo di un novembre così lungo da non lasciare nemmeno immaginare che una nuova primavera potesse arrivare. Incredula, camminavo per le sue strade, mentre con gli occhi al cielo mi chiedevo come fosse possibile che fossi finita lì. Com'era successo che avessi trovato il coraggio di prendere quell'aereo da sola e che mi trovassi proprio nel bel mezzo del mondo, respirando e assorbendo tutta la sua forza, così lontana da casa eppure sentendomi per la prima volta esattamente dove dovevo essere. Una rivelazione, una rinascita, addosso la sensazione che tutto poteva essere possibile, come se la sua maestosa imponenza mi proteggesse, senza sapere che, davvero, al mio ritorno tutto sarebbe cambiato sul serio.

 

 

Dall'altra parte dell'oceano avevo lasciato un amore che in quel momento era meno che un bocciolo, ma, lo stesso, fantasticavo di tornare nella Grande Mela con quel ragazzo che era riuscito a farmi battere il cuore come nessuno e che, a mia insaputa, già aspettava il mio rientro per rendere la mia vita una favola. Dopo il nostro matrimonio, prima di rilassarci su una spiaggia caraibica, abbiamo trascorso una settimana proprio a NY, quasi per ringraziarla di averci fatto da Cupido.

 

Ho camminato di nuovo per quelle strade, di nuovo ho respirato la vita che pulsa in ogni angolo e ti raggiunge come un'onda inarrestabile. Ma questa volta ho visto colori più brillanti, ho sentito suoni più forti, notato nuove forme e situazioni e mi sono sentita ancora una volta viva, viva davvero. Questa volta, mentre ammiravo tutto questo e mi lasciavo trasportare da quel flusso incontenibile, avevo una mano da stringere forte e due occhi in più per godere di tutto lo sfavillante spettacolo che mi circondava. Passo dopo passo, io e il mio neo marito, tra i grattacieli e i taxi gialli, sapendo che essere lì insieme significava aver mantenuto fede ad una promessa. E' stato magico, un momento così perfetto da non tornare più, non così, ma che ci accompagnerà per sempre.

 

 

Ora che sono tornata mi sento ancora carica dell'energia che vibra in quella città, non so se esistano altri luoghi al mondo in grado di trasmettere così tanta voglia di vivere, di regalare input in ogni momento. I giorni a NY sono stati una continua fonte di ispirazione, mi sono imbattuta ovunque in qualcosa che poteva riguardare il mio lavoro. Wedding cake, negozi specializzati, matrimoni, libri, riviste...la mia attenzione veniva continuamente attirata da questi particolari che non hanno potuto far altro che farmi venire tante nuove idee per i prossimi matrimoni.

 

Invidio le spose e le wedding planner newyorkesi, dev'essere decisamente stimolante organizzare un matrimonio quando ci sono così tanti fornitori a portata di mano e quando si hanno luoghi come i mercatini vintage per cercare spunti interessanti e Central Park per riordinare le idee!

 

 

Caotica, sfacciata, trafficata, immensa, frenetica, luccicante, avvolgente, contraddittoria, maestosa, emozionante: New York è una città che può generare diverse reazioni, ma non può, non potrà mai, lasciare qualcuno indifferente...provatela!