Blog di Valeria Ferrari Wedding Planner

Sposarsi all'estero

Martedì 22 aprile 2014

matrimonio sulla spiaggia

 

Guardando un film, capita di vedere matrimoni celebrati in riva all'oceano, su sabbie bianchissime e con la brezza marina a scompigliare dolcemente i capelli della sposa. Oppure possiamo notare celebrazioni su un rooftop in una grande metropoli, in un parco, in un museo, nello splendido giardino della casa di famiglia.

 

Chi desidera sposarsi con rito religioso cattolico, a meno che la propria chiesa non sia agibile e si riesca ad ottenere un permesso ufficiale dalla diocesi di appartenenza, si può tranquillamente scordare di ottenere il permesso di celebrare le proprie nozze in spiaggia. Optando per un rito civile, si può avere la possibilità di scambiarsi gli anelli in location alternative, spesso molto suggestive, ma questa opportunità è comunque legata ad accordi ben precisi stipulati con i Comuni e che devono avere carattere di continuità (ossia non una tantum ed in via eccezionale), quindi non è possibile ottenere il permesso di celebrare un matrimonio civile valido in un luogo diverso da quelli già previsti tra le opzioni proposte dall'amministrazione di zona.

 

Chi è di una confessione diversa da quella cattolica gode di libertà maggiori da questo punto di vista, recentemente ho conosciuto una sposa che celebrerà il proprio grande giorno su una spiaggia del lago di Garda, dove per l'occasione sarà il Pastore a raggiungere gli sposi e non viceversa.

 

sposi in spiaggia

 

Ma se il vostro sogno rimane quello di correre su un'isola caraibica e promettervi amore eterno di fronte ad un tramonto mozzafiato, sappiate che non è difficile farlo diventare realtà! Sono tante le agenzie che si occupano di gestire la documentazione e la registrazione, e trascrizione, dell'atto di matrimonio. Si parla però di matrimoni civili, non è impossibile sposarsi in chiesa in terre lontane ma l'iter da seguire diventa un po' più lungo. Si inizia con la richiesta al proprio parroco e si prosegue con la produzione dei documenti che certificano i sacramenti, corso prematrimoniale e così via. E' come organizzare un matrimonio in un'altra diocesi, con le tempistiche legate al fatto che la chiesa scelta non è in un'altra città ma in un altro stato.

 

In ogni caso, è importante verificare la validità dei documenti, perché in alcuni casi andranno fatti trascrivere in lingua italiana e fatti registrare una volta rientrati, pena la nullità della celebrazione. Secondo al Corte di Cassazione, i matrimoni celebrati all'estero con rito canonico-concordatario, hanno un valore ultraterritoriale e debba quindi essere semplicemente trascritto in quanto ritenuto già valido. Interessante sapere che la divisione dei beni va specificata una volta rientrati nel Bel Paese perché all'estero non è un'opzione esistente. Quindi, più precisamente, un cittadino italiano può sposarsi all'estero di fronte:

 

  • all'autorità locale
  • ad un console
  • ad un ministro di culto (cattolico)

 

Le modalità di presentazione della richiesta e delle registrazione variano in base agli accordi presi bilateralmente dai vari Paesi, in alcuni casi la procedura è più snella rispetto ad altri, ma in linea di massima gli step da compiere sono:

 

  • richiesta del certificato di capacità matrimoniale all'ufficio di stato civile di residenza;
  • richiesta di celebrazione all'ufficio consolare o all'autorità locale;
  • al rientro in Italia, richiesta dell'appuntamento all'ufficio consolare dove portare con sé con l'originale – in lingua straniera - dell'atto da legalizzare (il matrimonio è già valido ma va trascritto per certificare il valore di pubblicità, tipico degli atti matrimoniali in Italia)
  • il Console trasmette i documenti al ufficio di stato civile di competenza

 

Alcuni Paesi forniscono un modulo bilingue al momento delle celebrazione del matrimonio, altri invece lo forniscono solo in lingua locali, per cui alle tasse per la registrazione andrà aggiunta la spesa per la traduzione.

 

handfasting in scozia e tatuaggi all'hennè per un rito indiano

una sposa giapponese e l'importantissima cerimonia del tè

 

Burocrazia a parte, credo che quello che spinga due persone a scegliere un posto lontano per celebrare il proprio matrimonio sia la voglia di allontanarsi da tutto e tutti per godersi un momento così importante in totale intimità. A questo si unisce spesso la passione per un certo tipo di cultura e il desiderio di fare propri alcuni riti, magari molto lontani dalla nostra cultura classica ma ugualmente rispettabili e coinvolgenti. Andiamo dalle celebrazioni in canoa della Polinesia al rito della cerimonia del tè in Giappone, fino all'handfasting scozzese, rigorosamente in un bosco e con lo sposo in kilt.

 

Ma tutto potrebbe semplicemente svolgersi nella vostra città preferita, dove avrete deciso di fuggire voi due soli, magari anche per mettervi al riparo da una macchina organizzativa che a volte rischia di prendere il sopravvento e per dare un taglio netto a certe spese che, in un matrimonio tradizionale, sembrano quasi obbligati. Eh sì, sposarsi all'estero, o comunque lontano da casa, comporta anche un certo vantaggio economico, ci avete mai pensato?

 

Non perderti gli aggiornamenti!

Iscriviti subito alla newsletter!

Aspetta! C'è dell'altro!

Hai trovato interessante questo articolo? Lasciami un commento!

Images Credits: marcellatreybigblog.com; SyPotography; K.Scott wedding; eleganteventdesign.com; Brian Landers; intimateweddings.com; bridalguide.com; aarondieppa.com; bridal-yamadaya.co.jp; yahoo; flickr.com

Sono Valeria Ferrari, wedding planner, e sono qui per organizzare il vostro grande giorno. Leggi di più...

I MIEI POST PIÙ LETTI
Vai alla raccolta
IN REGALO PER VOI
Il mini corso gratuito
Mi sposo, e adesso?
IL MIO CORSO
Wedpreneur Academy

per i professionisti
del mondo wedding

TROVA NEL BLOG