Per la prima volta dopo tre giorni, trascorsi tra corsie di supermercato, piani lavoro ricoperti di farina e fornelli roventi, mi siedo davanti al computer e riordino i pensieri.

 

Il Natale 2013 è arrivato, l'abbiamo vissuto e se n'è andato, dandoci appuntamento tra dodici mesi che, speriamo, avremo vissuto intensamente. E' stato il mio primo Natale con la fede al dito, il secondo nella nostra casetta, e mi ha fatto sentire più che mai parte di un noi che per me significa la famiglia più bella che potessi desiderare. Nonostante la nostra casa sia davvero piccoletta, ci piace ospitare amici e parenti e cucinare per loro, quindi per il secondo anno consecutivo io e il mio maritino ci siamo incaricati di far sentire speciali e coccolati fratelli, sorelle e genitori.

 

Quella per la cucina è una passione davvero forte per me e Marco (il mio maritino, appunto), tanto che ogni volta che sappiamo di avere ospiti iniziamo settimane prima a decidere il menù, la presentazione dei piatti, l'allestimento della tavola, per quanto possibile. Siamo un po' fissati per certi versi e i nostri amici lo sanno, così non si sono stupiti molto quando, al nostro matrimonio, si sono ritrovati come bomboniera un libro di ricette scritto personalmente da noi. Eravamo partiti con l'idea di qualche ricetta rappresentativa per poi ritrovarci con 70 ricette spiegate, commentate con consigli e abbinamento dei vini...ci siamo fatti prendere la mano ma del resto succede sempre quando ci mettiamo a studiare ricette e fare esperimenti in cucina!

 

 

Così, desiderosi di novità, questa volta ci siamo messi a lavorare su un menù a tema, decidendo di dare un turno di riposo all'arrosto e al panettone. Quest'estate siamo stati a New York e ovviamente nemmeno lì abbiamo resistito alla tentazione di scandagliare quanti più ristoranti possibile, entrando in contatto con un modo di concepire la cucina un po' diverso dal nostro, con piatti provenienti dalla tradizione delle tante etnie e culture che animano la mia città preferita e gusti tipicamente non mediterranei. Dopo alcuni tentativi, pierogi - ravioli di origine polacca – ripieni, la famosa insalata Waldorf Astoria, il mega polpettone in salsa gravy, il pane ebraico Challah e, ovviamente, hamburger e cheese cake, sono stati alcuni dei protagonisti del nostro menù dedicato a New York, il tutto accompagnato, però, da italianissimi vini. Temevo che la novità sarebbe stata accolta con poco entusiasmo dai nostri parenti e invece, per fortuna, hanno spazzolato tutto e si sono divertiti ad ascoltare le storie nascoste dietro ad ognuna delle portate.

 

Per la tavola ho rispolverato il classico alberello fatto con tappi di sughero (ne ho avanzati a centinaia dal mio matrimonio, se qualcuno li vuole li regalo!) come base per il segnaposto: una piccola polaroid con un diverso scorcio di New York per ognuno, per far sentire tutti coinvolti nel nostro “viaggio”. Per il resto, i colori sono stati il bianco e il nero, ravvivati dal rosa acceso dei tovaglioli e dei fiori freschi a centro tavola.

 

 

Il momento dei regali è stata la felice occasione per donare ai genitori la loro mini-versione del nostro album di nozze, il quale è giunto nelle nostre mani, in gran segreto, solo qualche giorno fa. Da tempo tutti ci chiedevano di poter vedere le fotografie delle nozze ma il risultato ha meritato l'attesa. E' stato bello ripercorrere quel giorno tutti insieme, sfogliando le pagine e ricordando i momenti - divertenti, emozionanti, commoventi – di una giornata che non dimenticherò mai.

 

Per il nostro album io e Marco siamo andati un po' controtendenza, optando per un modello classico, dove le fotografie sono vere, palpabili, incollate sulla carta bianca e preziosa, all'interno di un libro bianco, quadrato, sobrio, il custode perfetto di momenti irripetibili. Siamo felici di aver fatto questa scelta e di esserci affidati ad una professionista; Marilena Mura, che ha saputo cogliere tutte le nostre emozioni, i nostri sguardi, i nostri sorrisi e di farceli rivivere ogni volta che sfogliamo quelle pagine. In alcuni scatti mi sembra quasi di percepire il battito accelerato del mio cuore, o di immergermi di nuovo in quell'atmosfera magica, quando non c'era nessuno più felice di noi due, al mondo, mentre camminavamo tenendoci per mano dicendoci che finalmente ce l'avevamo fatta a realizzare il nostro sogno.

 

 

Quando ho visto il nostro album per la prima volta si è rafforzata in me la convinzione che la scelta del fotografo per il proprio matrimonio è un momento fondamentale ed è qualcosa a cui non rinunciare assolutamente. Personalmente, mi ritengo fortunata per il fatto di poter proporre Marilena e il suo modo di sentire la fotografia ai miei sposi, perché so che la loro fiducia è ben riposta e che, dopo il matrimonio, non crederanno alla bellezza che avranno davanti agli occhi, ma in ogni caso è mia opinione che delegare la memoria di un giorno tanto speciale a un non-professionista, fosse anche l'amico migliore che abbiamo mai avuto, rappresenta un rischio che nessuna coppia di sposi si può permettere di correre.

 

In questi giorni, tra una corsa e l'altra, la parte planner del mio cervellino ha continuato a lavorare, mi ha fornito input che non ho avuto il tempo di seguire immediatamente ma nei giorni di stand-by che mi aspettano lascerò sedimentare le idee e farò in modo che inizino a seguire la loro strada.

 

Che forma avranno me lo dirà il nuovo anno, per il momento prenderò forse una pausa dal mio personale giardinetto zen (altrimenti detto blog) e auguro a tutti, davvero a tutti, uno strepitoso 2014: che tutti i vostri desideri, progetti, sogni si possano realizzare e che siano ancora più belli di come li avete sempre immaginati! Auguri!