A proposito del 2017, ti racconto il mio
Martedì 19 dicembre 2017
Se non amassi così tanto il mio lavoro, quest'anno avrei mollato tutto. E non sai quanto ci sono andata vicino a farlo sul serio!
Quella che stai leggendo è la seconda versione di questo post, la prima l'ho cestinata perché, rileggendola, l'ho trovata troppo pesante e cupa, due cose distanti dal mio attuale stato d'animo. E' vero, quest'anno non è stato facile, dodici mesi complicati e tortuosi, severi, a tratti crudeli ma, forse proprio per questo, importanti, quanto meno istruttivi. E' stato come se tutto si svolgesse su due binari paralleli. Sul primo Eleonora e Gaia e tutto quello che di bello ruota attorno a loro, sull'altro il succedersi lento degli eventi, la stanchezza, le incertezze, le paure.
La faccio breve: conciliare il lavoro con la maternità è un bel casino, poi, come se non bastasse il susseguirsi di notti insonni, di giorni senza respiro, di liti furibonde con quel santo di mio marito, il sentirsi sempre in ritardo e inadeguata sotto ogni punto di vista, un bel giorno mi sono anche sentita dire che il cuore di una delle mie figlie non stava bene e che doveva essere operata. Presto. Non auguro a nessuno un'esperienza del genere, ma ora che è tutto risolto non ci voglio più pensare e vorrei davvero riuscire a ricordarmi di questo 2017 per ben altri motivi.
Ci sono cose su cui semplicemente non abbiamo il controllo, però possiamo sempre decidere come reagire alle situazioni, anche difficili, e io ho scelto di rimboccarmi le maniche e andare avanti un giorno alla volta, anche perché il mio planning di inizio anno, ora me ne rendo conto, era quanto meno non realistico. Se mi guardo indietro, vedo la strada dissestata che ho percorso e sorrido perché nonostante tutto ho molto di cui essere grata a questo 2017. Andiamo con ordine.
Eleonora e Gaia
Basterebbero questi due nomi per dare senso a tutto. Quando avevano solo un mese e io iniziavo a riprendermi dalle conseguenze di una gravidanza gemellare e un parto un po' così così, l'idea di smettere di lavorare per un periodo non mi è nemmeno passata per la testa. Non so cosa pensassi di fare, forse di inserire le poppate in to do list e gestirle con la tecnica del pomodoro?? Poi ho capito che la mamma non è una cosa che faccio, è quello sono. E' un concetto che ci ho messo un po' ad assimilare ma da quando l'ho fatto mio le cose hanno iniziato ad andare meglio.
Il tempo trascorso con loro è intenso, bellissimo e stancante. Mille occhi non bastano, mille mani nemmeno. Ma non riuscirei mai ad immaginarmi con un figlio solo, ormai ho sviluppato della capacità di multitasking che farebbero impallidire il migliore dei giocolieri. Eleonora e Gaia mi stanno insegnando a riscoprire il mondo con occhi nuovi, ad apprezzare cose piccolissime. Ho imparato ad essere paziente, a mettermi da parte, a capire cosa significhi esserci sempre per qualcuno. Non ho più tempo per nuotare, stirarmi i capelli quando voglio, riordinare per bene la casa e uscire la sera. Ma amo prendermi cura di loro, approfittare di ogni momento in cui si lasciano tenere tra le braccia, vederle ridere, cantare le loro canzoni preferite, cucinare per loro.
Vedere crescere un figlio è un'esperienza pazzesca, in più io ho anche la fortuna di assistere all'evolversi del rapporto tra loro due, che non capirò mai fino in fondo. Posso solo assistere a questo miracolo e dire che molte delle leggende che si sentono a proposito dei gemelli non sono leggende. Grazie a loro sto anche sperimentando la notorietà, è infatti impossibile per me uscire di casa senza che qualcuno mi fermi, mi chieda di tutto sulle mie bambine, mi faccia i complimenti, dica la sua sul livello di somiglianza tra le due. All'inizio non ero proprio felice di dover fare conversazione con tutti quegli sconosciuti, poi quando ho preso a dormire un po' di più ho imparato ad apprezzare questa forma di affetto da parte della comunità:-) Tra un “Maschio e femmina?” e un “Io ne ho uno solo ma fa per tre” (ahahahahahah!), non mi capacito che abbiano già compiuto un anno. Erano così minuscole, così tanto da dormire abbracciate nella stessa culla, e ora sono delle patatone che scoppiano di energia, quasi camminano, ballano, mi sciolgono con i loro sorrisi dolcissimi e, sopratutto, mi chiamano mamma. Un tuffo al cuore ogni volta.
I miei sposi
Non so se esista un'altra professione in cui i clienti dicano al proprio consulente “Fregatene di noi e pensa a stare bene”. Quando le cose si sono fatte difficili e le priorità evidenti, questo è quello che mi sono sentita dire dalle persone per cui stavo lavorando. Mi sono ricordata di quando ho iniziato a fare questo lavoro, quando stendevo il mio primo business plan e facevo tutti quegli esercizi che dovevano servirmi per capire come volevo lavorare. C'era una domanda, mi ricordo bene quell'esercizio, che chiedeva cosa volessi attirare. Ho risposto “belle persone”, così, istintivamente. Non “ricchezza”, non “successo”. Belle persone. Quella risposta è stato un faro in tutti questi anni e mai mi sono pentita di non aver risposto in altro modo. In questi mesi ho avuto la conferma di essermi circondata di persone non solo belle, ma speciali.
Mi hanno aspettato quando ho avuto bisogno di fermarmi, hanno sofferto e gioito con me, mi hanno sempre voluta con loro, anche sapendo che, forse, la mia concentrazione poteva non essere al 100%. Mi hanno dimostrato una fiducia e un affetto immensi, proprio per questo ho deciso di dedicarmi ai loro matrimoni con tutta l'anima, indirizzando le nuove coppie verso una collega che li avrebbe seguiti da lì in avanti. Me l'avessero detto anche solo un anno fa, mai avrei creduto di poter fare una cosa del genere!
Mi sono avvicinata all'inizio della stagione come se tutto attorno a me fosse ovattato, ma poi è arrivato maggio e con lui il giorno del matrimonio di Raf e Wendy. Quella mattina sono uscita da casa presto, ho visto tutto mettersi in moto, ho sentito il mio nome pronunciato cento volte, risposto a mille telefonate e controllato timeline, dato indicazioni con quel piglio deciso di chi sa cosa deve essere fatto, ho visto lui emozionarsi nell'attesa di vederla, ho conosciuto il gruppo di amici più unito e folle che potessi immaginare. L'adrenalina ha ricominciato a scorrere e per la prima volta dopo mesi mi sono sentita di nuovo io, un po' ammaccata, ma pur sempre io. Mi sono perdonata la confusione dell'ultimo periodo e, soprattutto, mi sono ricordata del perché ho scelto questo lavoro. I miei sposi del 2017, da ognuno di loro ho imparato qualcosa, non so se se ne rendano conto. Quindi alle mie coppie devo solo dire grazie, per permettermi di svolgere il lavoro più bello del mondo e di essere testimone delle mille forme che può assumere l'energia più potente di tutto l'universo.
Marco
Sono monotona lo so, ogni dicembre scrivo il post di fine anno e ogni volta parlo di mio marito. Ma un compagno che ti sostenga come lui fa con me non è una cosa scontata, un uomo che riesca a starti vicino anche quando stai dando il peggio di te non è facile da incontrare. Ma lui è tutto questo e anche di più, ora che lo vedo trasformarsi ogni giorno di più in un padre meraviglioso capisco la fortuna che ho avuto ad incontrarlo. Se è vero che ogni matrimonio prima o poi attraversa un periodo difficile, posso dire che a noi è successo durante questo 2017. Ma ce l'abbiamo messa tutta, parlando scrivendo piangendo e anche alzando la voce quando è servito, ma ci siamo aspettati, capiti, rispettati sempre, e quando la bufera è passata ci siamo guardati ed eravamo di nuovo noi. Un po' più stanchi, un po' più saggi, con delle occhiaie belle evidenti, ma sempre noi.
La verità è che l'arrivo di un figlio scombina gli equilibri e le abitudini, a noi ne sono arrivati due e l'onda d'urto è stata potente. Seppur con tutto l'amore del mondo, è stata dura imparare a fare tutto, a reggere dei ritmi folli, ad accettare l'idea che la vita di prima non sarebbe tornata mai più. Piano piano abbiamo creato la nostra nuova vita, che è sempre un casino, ma è quello che abbiamo sempre sognato. Ci siamo immaginati genitori per molto tempo e l'avere la nostra famiglia è stato uno dei motivi principali per cui ci siamo scambiati quegli anelli in un caldo giorno di luglio. Quante volte ho guardato la mia fede in questi mesi e ho ringraziato di averla al dito! Non è solo un anello, è qualcosa che ti ricorda perché sei lì, che ti obbliga a restare, pensare, provare e riprovare. All'interno della mia fede c'è scritto Marco, l'unico nome che può stare a fianco del mio. Sempre e per sempre.
Wedpreneur weekend
All'inizio di quest'anno avevo messo in lista tanti progetti. Troppi. Non poterli gestire e realizzare è stata una bella fonte di stress ma, come ho detto, le priorità sono state altre. Tra tutti, però, uno continuava a girarmi in testa e nonostante tutto l'ho preso in mano e portato a termine. Il 2 e il 3 dicembre ho tenuto il mio primo corso per Wedding planner, un corso un po' particolare, focalizzato sul far funzionare davvero un'attività nel settore degli eventi, in cui si è parlato molto di marketing e molto poco di allestimenti. Le ragazze mi hanno detto che è stato un mix tra una sessione di coaching e un corso di marketing, non potevano rendermi più felice. Due giornate di lezione per una piccola platea di splendide donne, che ringrazio una per una per aver avuto fiducia in me e per avermi permesso di mettermi alla prova con un'esperienza del tutto nuova per me. Quindi grazie Valentina, grazie Claudia, grazie Chiara, grazie Giada e grazie Emanuela, spero davvero di vedervi presto conquistare il mondo, io farò sempre il tifo per voi! Un grazie speciale a Giulia, mia compagna di cattedra. Per me che vorrei tutto pronto per ieri e amo tanto lavorare da sola, misurarmi con lei è stata una lezione da cui ho imparato molto.
E così arriviamo oggi, giorno in cui metto la parola fine al mio anno lavorativo. Mi prendo una pausa, tornerò qui sul blog e nell'inbox di chi è iscritto alla newsletter il 9 gennaio. Durante queste vacanze voglio passare tutto il tempo che posso con le mie bambine, voglio mettermi ai fornelli e cucinare come non faccio da troppo tempo, voglio passeggiare in riva al lago, cercare la mia parola del 2018 (sento che avrà qualcosa a che fare con la calma e la semplificazione), voglio andare a dormire senza fare programmi per il giorno dopo. Voglio arrivare carica al nuovo anno, che sarà un'altra storia, un altro sito, un altro brand. Un'altra me lo sono già, per questo ho sentito forte l'esigenza di cambiare nome, il primo passo di un rebranding che prenderà davvero il via nel 2018.
Ma ora, il Natale. Festeggialo con chi ami, fregatene della dieta e mangia tutto quello che cucinerà tua nonna. Sii felice, di quello che hai e di quello che sei, a Natale e ogni giorno dell'anno!
Il mio regalo per te è il mio eBook “Mi sposo! E adesso?”, per organizzare il tuo matrimonio anche durante le vacanze.
Tanti auguri!
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A parte il fatto che ti seguo ormai da tempo, e mi leggo sempre la tua newsletter e riesci sempre a trasmettermi qualcosa... qualcosa di bello di magico. Ti racconti e mi regali un sacco di emozioni. Sei speciale! Non smettere mai di essere come sei. Spero un giorno di poterti conoscere di persona. Buon Natale e in bocca al lupo per tutto, Maria Antonietta
Le tue parole mi hanno toccata dentro e mi hai fatto davvero emozionare (con tanto di lacrimuccia!). Ti auguro un 2018 ancor più meraviglioso!
Buon Natale Valeria, leggo sempre con piacere le tue email ed il tuo Blog. Credo che comunque vada, tu sarai Felice, le prerogative ci sono tutte!
Sono Valeria Ferrari, wedding planner, e sono qui per organizzare il vostro grande giorno. Leggi di più...
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